domenica 5 giugno 2011

Per cominciare a coltivare qualche ortaggio - Il terreno

Si avvicina la primavera, la stagione più bella, quella che segna la rinascità e che invoglia a coltivare qualche cosa anche ai più ostici. Prima di passare alla trattazione delle colture orticole, è importante conoscere quello che sarà il nostro futuro tavolo da lavoro: il terreno. Forse al principiante potrà sembrare che un terreno valga l'altro e che ciò che conta, per ottenere dei buoni ortaggi, sia la qualità della semente, le lavorazioni più adatte, le concimazioni abbondanti. Indubbiamente sono fattori indispensabili, ma insufficienti, da soli, a garantire il successo del nostro impegno. Base fondamentale pér cominciare questa affascinante avventura è la conoscenza del terreno su cui operiamo.

TERRENO E TERRENO Il terreno agrario è, dunque, quella piccola parte della superficie terrestre in grado di accogliere una coltivazione, considerando che non tutta la superficie terrestre presenta terreni lavorabili o redditizi per l'agricoltura. Si pensi, per esempio, ai deserti, ai ghiacciai, alle nude rocce: casi limite che ben servono al paragone. Ma esistono pure terreni apparentemente predisposti che in realtà celano difetti e carenze non valutabili a occhio nudo. Può essere questo il caso di suoli eccessivamente acidi o basici; troppo calcarei o argillosi, i quali alla prova dei fatti danno risultati negativi. Più avanti forniremo alcune indicazioni utili per ovviare, almeno in parte, a qualcuno di questi difetti.


TERRENO E VITA Se, con una vanga, sezioniamo un terreno, osserveremo delle zone che si distinguono per diversità di colore e di componenti. Tale diversità cromatica è dovuta sia ai processi ossidativi più intensi che si verificano negli strati superficiali esposti all'azione ossidante dell'atmosfera, sia all'attività microbica. Quella che al profano può apparire una superficie sterile in attesa solo di essere coltivata dall'uomo, è in realtà, una fucina biologica in cui operano milioni di microrganismi. Funghi, batteri, attinomiceti, alghe microscopiche - ai quali vanno ad aggiungersi insetti, lombrichi, e altri organismi viventi - svolgono una loro specifica azione: una continua demolizione finalizzata a trasformare il substrato organico in sostanze più semplici assorbibili dalle piante. Tutto questo microcosmo ndn è presente in modo omogeneo nei diversi strati del suolo, ma ogni entità predilige un determinato ambiente con particolari situazioni fisico-chimiche in relazione alla temperatura, l'umidità, la circolazione d'aria, il grado d'acidità e il tipo di sostanza organica presente nel terreno. Generalmente queste forme di vita si sviluppano negli strati più superficiali del terreno. Col progredire verso gli strati inferiori, la loro concentrazione diminuisce, per scemare completamente, all'orché si raggiunge una profondità di 4-5 metri.

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