mercoledì 13 maggio 2020

Produzione della semente

Produrre la semente in proprio può riservare delle sorprese perché anche se coltiviamo una sola varietà di ciascun ortaggio, i fattori di impollinazione sono tanti e agiscono a notevoli distanze.

L’impollinazione incrociata può portare, se non è volutamente cercata mediante impollinazione artificiale di varietà prescelte, alla creazione di forme alle quali vengono spesso a mancare quei requisiti per cui abbiamo adottato una particolare cultivar.


È necessario impedire ogni rischio di inquinamento da parte di polline estraneo, proteggendo con un cappuccio di garza fitta alcuni fiori, scelti tra i “migliori” delle piante “migliori” per robustezza, sanità, produttività. Se il fiore è ermafrodita, l’impollinazione avviene da sé; ma in tutti i casi di fiori unisessuali, occorre prelevare con un pennellino la polverina gialla dalle antere e posarla sullo stimma, aprendo rapidamente la protezione e richiudendola, finché l’ingrossamento dell’ovario non indichi l’avvenuta allegagione, oppure attendendo che il fiore sia secco, a seconda delle caratteristiche botaniche.

1.  Fiore prescelto per l’impollinazione
2.  Tecnica di impollinazione effettuata utilizzando un pennellino
3.  Protezione con cappuccio di garza
4.  Raccolta del frutto

Impollinazione artificiale per la produzione di semente selezionata.

Il seme è in grado di produrre una nuova pianta soltanto se ha completato la maturazione ed è necessario che raggiunga questo stadio sulla pianta, perché la formazione dell’embrione e l’accumulo di sostanze di riserva necessarie alla germogliazione possano completarsi. I semi si raccolgono dunque, a seconda delle specie, quando il fiore è secco, o il frutto è in fase di maturazione, oppure l’ha superata; in molti casi occorre attendere che l’intera pianta sia diventata secca. Non sempre la maturità fisiologica raggiunta sulla pianta coincide con la maturità germinativa, che si compie soltanto dopo una opportuna stagionatura. In genere i semi maturati all’inizio dell’estate possono essere utilizzati subito; in ogni caso, la durata della facoltà germinativa è superiore all’anno, e per quasi tutti gli ortaggi è di 3-4 anni.  Naturalmente tale durata dipende dalle modalità con le quali la semente viene trattata dopo il raccolto e conservata. I semi vanno dapprima liberati dagli involucri, quelli contenuti nei frutti polposi vanno lavati abbondantemente sotto l’acqua. Si fanno poi asciugare all’aria e all’ombra, evitando l’essiccamento, allo scopo di frenare, senza peraltro bloccarla, la respirazione. L’embrione infatti è vivo e tale deve mantenersi senza tuttavia esaurire le riserve nutritive che lo circondano, affamando alla fine proprio se stesso. La semente si conserva in sacchetti di carta o di tela, accuratamente etichettati con nome dell’ortaggio e data di raccolta, e riposti in ambiente asciutto, fresco, buio. Poiché i semi devono respirare, gravissimo è l’errore di conservarli in contenitori di latta o plastica sigillati, in quanto lo sviluppo di umidità derivante dalla respirazione causa una pregerminazione o porta alla marcescenza dei semi. La temperatura media di conservazione dei semi si aggira intorno ai 5 °C, ma anche temperature fino a 10 °C sono accettabili; risulterebbero davvero dannose invece quelle troppo basse. La cernita della semente, che è sempre opportuna opportuna prima della conservazione almeno per eliminare i semi con i difetti più evidenti o attaccati da malattie, è indispensabile prima dell’impiego. Per prevenire ogni possibilità di deterioramento, conviene trattare la semente da conservare con le apposite polveri insetticide e anticrittogamiche. Le sementi certificate vengono prodotte da ditte specializzate che garantiscono quelli che sono i requisiti fondamentali perché la coltura abbia un ottimo esito sotto ogni punto di vista. Tali requisiti, che nella maggior parte dei casi sono presenti quasi al 100%, si riferiscono alla: –  purezza genetica, cioè l’appartenenza di tutti i  semi alla varietà o alla cultivar indicata; –  purezza commerciale, cioè l’assenza di impurità, corpi estranei, semi di piante infestanti, semi di altri ortaggi; –  sanità, cioè l’assenza di malattie. La prova della germinabilità è consigliabile sempre quando si dispone di semente fatta in proprio, e anche dopo la conservazione di buste di semi acquistate molto tempo prima. Diversi sono i mezzi per fornire ai semi l’umidità e la temperatura necessaria (15-20 °C) a favorire la germinazione: fogli di carta da filtro, o panni arrotolati, vassoi con uno strato di bambagia ecc. Importante è provare un numero controllato di semi per ricavare una percentuale di germinazione utile ai fini pratici.

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